LARDO DI COLONNATA
UN TRONO PER RE MORTAIO
COMUNE DI CARRARA
Il progetto riguarda un mobile in legno pregiato ( la cui tessitura dovrà giocare in armonia con il marmo di Carrara ; quello detto dei "Canaloni"). Nella forma cilindrica del " legno " , leggermente svasata in alto ed in basso, avrà sede , affustato, IL MORTAIO. Questi, nella sua realizzazione, risulterà più pesante e sovradimensionato di quello tradizionale ( con una variazione nelle orecchie, che non saranno stondate, ma a coda di rondine).
Detto mobile é facilmente spostabile, mediante l'applicazione, alla base, di piccole e robuste ruote, che sono il supporto convenzionale di oggetti similari. Il mortaio, come " la conca del lardo ", è utilizzabile, oltre che per la produzione di pesto, salse e aromi naturali, in funzione di capiente contenitore.
Infatti, il piano del mobile, sotto la campana di vetro, delimita lo spazio di un vassoio per bolliti, pesce, più varietà di insalate, ecc.
Il tutto da spalmare con pesto, olii e condimenti vari. Nella "ciambella che corona il fusto sono ritagliate delle nicchie dove alloggeranno vasetti ( possibilmente di marmo o ceramica) ed eleganti bottigliette. Mentre la tavola in legno, che chiude ermeticamente la bocca del mortaio, ha la funzione di un comune tagliere ( per tutti i cibi ); anche per un tritato di prezzemolo ed altri odori, richiesto, seduta stante, nel servizio ai tavoli.
IL RE MORTAIO, come la conca per il lardo, fà parte, a pieno titolo, della tradizione Carrarese e si è sempre presentato nudo nella sua forma originale. Oggi, lo riteniamo meritevole di posizionarsi su un trono di legno pregiato. Insomma, è degno di indossare un vestito adeguato, considerato che ha ospitato, un tempo, il cibo più povero e di largo consumo ( il lardo in sostituzione del più costoso olio). Il riferimento è alla preparazione di sofritti vari, in particolare all'isaporimento unico ed indispensabile dei popolari taglierini nei fagioli; oppure per rafforzare il nutrimento di chi era costretto ad una dieta misera: si riduceva il lardo in una poltiglia quasi liquida, da ingerire come ricostituente. I mortai, nella loro infinita varietà, si nominano dalla misura del loro maggior diametro ( preso sull'orlo esterno dell'invaso ). Considerati fra le piu umili lavorazioni del marmo, oggi , non sono più la cenerentola degli elaborati. Uno studio più attento li ha rivalutati, considerando le loro proporzioni: le misure delle varie parti costituiscono un vero e proprio canone. Anche le varie fasi delle loro elaborazione ne rappresentano, nei vari passaggi, metodi ed approcci di pari dignità con l'ornato e la scultura.
domenica 24 gennaio 2010
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